Formazione

L’esperienza di Etimos. La microfinanza pensa in macro

A 14 anni dalla nascita, il consorzio scopre di poter attrarre anche il risparmiatore normale. E intanto apre un nuovo fronte: l’Unione Europea.

di Davide Nordio

“Il primo risultato di questa assemblea? Direi il fatto che stiamo imparando molto dai nostri partner del Sud del mondo: autentici professionisti che, soprattutto grazie a fantasia e immaginazione, riescono a superare molti problemi. Una vera scuola”. è decisamente soddisfatto Marco Santori, presidente del Consorzio Etimos, all?indomani dell?assemblea dei 200 soci tenutasi nei giorni scorsi a Padova. Un appuntamento molto importante nei 14 anni di attività del consorzio perché per la prima volta ha visto la partecipazione delle 25 organizzazioni di microfinanza provenienti dai 14 Paesi dove Etimos interviene con progetti di microcredito.
“Il credito etico sta vivendo senza dubbio una fase di buona salute”, continua Santori. “In questi giorni i nostri partner ci hanno presentato una prospettiva molto interessante che ci permetterebbe a breve di raddoppiare il cosiddetto ?portafoglio soci?: questo rivela una possibilità di grande sviluppo, anche perché stanno nascendo iniziative di rete tra soggetti di Paesi diversi”.
Il Consorzio Etimos, nato nel 1989 come Ctm-Mag, ha potuto erogare, grazie alle risorse fornite da 5mila risparmiatori, oltre 31 milioni di euro di crediti al commercio equo e solidale e all?economia sociale in Italia. Dal 1999 Etimos ha spostato la propria attenzione dal contesto nazionale a quello internazionale. Gli scenari economici e sociali dei programmi di microcredito finanziati sono molteplici ma le attività di Etimos sono legate da un unico filo conduttore: dare sostegno a quelle forme di economia popolare che, nei Paesi più poveri, rappresentano la principale fonte di reddito per milioni di persone, escluse dai circuiti finanziari tradizionali.
In questo contesto è partita la campagna ?Sin credito non hay manana? (Senza credito non c?è futuro) recentemente presentata a Civitas. “Una campagna”. continua Santori, “che sarà poi declinata secondo temi diversi”. Ad esempio, a breve partirà “Sin cafè non hay manana”, dedicato a un prodotto emblematico per il commercio equo e solidale.
Ma come viene percepito il credito solidale dai normali risparmiatori? “è ormai assodato che a parità di tassi comunque bassi si cerchi di trovare anche una finalità etica negli investimenti finanziari. Noi stiamo cercando di diffondere sempre di più l?investimento in fondi solidali rispetto ai capitali a donazione, in quanto i primi garantiscono una continuità, mentre i secondi nel medio e lungo periodo si rivelano piuttosto limitati per le finalità che ci proponiamo”.
Il lavoro di Consorzio Etimos non guarda solo al Sud del mondo: all?indomani dell?assemblea è partita una campagna che riguarderà direttamente l?Unione Europea o, meglio, la futura Unione Europea: “Cominceremo infatti a lavorare con organismi che appartengono a quei Paesi che nel 2004 ne entreranno a far parte e, grazie a Sefea (Società europea finanza etica e alternativa) di cui Consorzio Etimos fa parte, sono previste iniziative di formazione e di coinvolgimento dei soci”.

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